LA STORIA DELLA CHIESA "CUORE IMMACOLATO DI MARIA" di Taranto.
Nell'immediato dopoguerra, c'è stato una rapida espansione urbanistica a est del Borgo.
Nel contempo, via Cesare Battisti (precedentemente denominata Strada per San Giorgio) diventa l' emblema di una città in continua evoluzione.
Ai fianchi della lunga arteria, che conduce a Lecce, prendono forma una serie di palazzoni.
Già alla fine anni Cinquanta, pressappoco tutto lo stradone è pieno di edifici abitativi.
Questo incremento demografico e il 'boom' edilizio in zona implicano la forte necessità di un luogo di culto più accessibile ai nuovi residenti, costretti a seguire le sacre funzioni presso le distanti Chiese del Sacro Cuore e Santa Teresa, costruite nei primi anni Trenta.
Pertanto, per far fronte all'urgente richiesta della comunità in questione, si appronta in un batter d occhio una sala parrocchiale dedicata al Cuore Immacolato di Maria.
Fu preso in affitto un ampio locale, ubicato tra via Cesare Battisti e via Scira (laddove è oggi collocata una nota profumeria), vengono al suo interno istituite una cappella, una sala per l'Azione Cattolica e persine la casa parrocchiale; il tutto, in un fazzoletto di poco meno di 200 metri quadri.
E' il 7 dicembre del 1956, quando, tra manifestazioni di giubilo, preghiere viene inaugurato nonché affidato alle cure di Don Biagio Notarangelo, giovane sacerdote nativo di Manfredonia.
Si trattava, comprensibilmente, di una soluzione momentanea. Già un paio di anni più tardi, difatti, a seguito di un attento studio, viene individuata e selezionata un'ampia area allo stato grezzo, nei pressi della nascente via Plateja e a pochi passi dal sopracitato salone.
Stilato dalla matita dell'architetto tarantino Michele Giannico, l'originale progetto per la nuova chiesa, più capace (secondo la Curia, la più vasta della Città Nuova dopo quella di Sant'Antonio) e confacente alla comunità parrocchiale, è presto concretizzato: il 10 ottobre del 1961 si procede alla benedizione della prima pietra.
Più lungo del previsto, tuttavia, la realizzazione: soltanto nel dicembre del 1965, infatti, l'opera è portata a termine nonostante difetti di ufficio e la canonica aggiunta soltanto un biennio più avanti.
Il 25 giugno del 1966, impartita la solenne formula, Morisignor Guglielmo Motolese da il 'placet' per l'avvio ufficiale delle funzioni all'interno della struttura.
Nota anche come "Chiesa buchi buchi", per via della caratteristica configurazione esterna, funge altresì da spartiacque tra i rioni Tre Carrare-Battisti e Solito Corvisea.